Thekchen Chöling, Dharamsala, (India) 30 marzo 2018 - "Fratelli e sorelle, sono felice di incontrare tutti voi". Con queste parole Sua Santità il Dalai Lama ha accolto stamattina, presso la sua residenza, quasi 150 ospiti provenienti da diverse parti del mondo. Una cinquantina - arrivati da Messico, Colombia, Argentina e Cile - erano accompagnati da quattro monache buddhiste che hanno creato una piccola comunità in Messico. Un altro gruppo, di circa 90 persone, era costituito dai partecipanti a un corso di dieci giorni di introduzione al buddhismo tibetano, tenutosi presso Centro di Meditazione Tushita di Dharamsala.
"Noi 7 miliardi di esseri umani su questo pianeta siamo tutti uguali, mentalmente, fisicamente ed emotivamente" ha detto loro. "Siamo nati tutti da una madre e siamo sopravvissuti grazie alla sua gentilezza e alle sue cure. Come esseri umani siamo animali sociali e sono amore e affetto ad unirci”.
"Grazie ad esperimenti condotti con i neonati, gli scienziati hanno raccolto numerose prove che suggeriscono che la natura umana di base è compassionevole. Altri risultati indicano che vivere in uno stato di rabbia e odio costanti mina il nostro sistema immunitario, mentre coltivare un atteggiamento più compassionevole in generale rafforza il nostro benessere fisico e mentale”.
"Siamo uguali nell'essere umani, ma è anche vero che le persone, in diverse parti del mondo, hanno culture diverse, per via delle differenze climatiche e ambientali che hanno portato a differenti stili di vita. Tuttavia, ovunque io abbia occasione di parlare, comincio sempre salutando i miei 'fratelli e sorelle'".
Sua Santità ha fatto poi notare che, nonostante il notevole sviluppo in molti settori, i conflitti che continuano a scoppiare in nome della religione e il fiorente commercio di armi - che sono semplicemente strumenti di morte - rivelano una fondamentale mancanza di principi morali. Ognuno di noi, come parte della popolazione umana mondiale, ha dunque la responsabilità di contribuire a rendere il mondo un luogo più felice e più pacifico.
Rispondendo alle domande dei suoi ospiti, Sua Santità ha espresso la sua profonda ammirazione per tutte le principali tradizioni religiose. Ha fatto una distinzione tra coloro che, come i buddhisti, insegnano l'importanza del karma, assumendosi così la responsabilità delle proprie azioni, e i molti altri che hanno fede in un dio creatore. Considerare i nostri fratelli e le nostre sorelle umani come creature di quell’unico dio - ha aggiunto - è un precetto meraviglioso e potente.
Per quanto riguarda il Buddhismo, il Dalai Lama ha detto che quando il Buddha lasciò la sua casa per dedicarsi alle pratiche spirituali, attinse alle tradizioni che esistevano all’epoca in India, riguardanti condotta morale, shamatha e vipashyana. Queste pratiche lo hanno guidato verso una profonda comprensione del funzionamento della mente e delle emozioni, nel contesto di una chiara visione della realtà, ovvero che nulla esiste nel modo in cui appare. Sua Santità ha sottolineato che coloro che oggi desiderano seguire il Buddha dovrebbero aspirare ad essere buddhisti del XXI secolo, basando la loro pratica non solo sulla fede, ma sulla conoscenza e la comprensione.
A Sua Santità è stata poi chiesta un’opinione rispetto al crescente nazionalismo che si sta manifestando in molti Paesi. Il Dalai Lama ha risposto ribadendo che il buon senso ci dice che dobbiamo vivere tutti insieme su questo pianeta. Che l'economia globale non è limitata dai confini nazionali e che il cambiamento climatico è una grave minaccia che riguarda tutta l'umanità. Di fronte all’urgenza di adottare una prospettiva più ampia, avere una visione nazionalistica è qualcosa di irrealistico, miope e obsoleto.
Infine, Sua Santità è stato invitata a trasmettere gli "Otto versi dell’addestramento mentale", cosa che ha fatto, recitandoli a memoria in tibetano. Ha elogiato i consigli che questo breve testo offre sull'altruismo e ha fatto notare che la strofa finale si riferisce alla saggezza che comprende la vacuità. Il Dalai Lama ha poi raccomandato ai presenti di leggere un altro libro che ha personalmente trovato di grande valore: la "Guida allo stile di vita del Bodhisattva" di Shantideva, dedicando particolare attenzione al sesto e all'ottavo capitolo che trattano della coltivazione della pazienza e della compassione.