Francoforte (Germania) - La Sala del Centenario di Francoforte ha ospitato lo scorso 14 settembre il simposio “Scienza Occidentale e Prospettive Buddhiste”. Il moderatore dell’evento ha aperto i lavori rendendo omaggio alla memoria di Carl Friedrich von Weizsäcker, fisico e filosofo tedesco, scomparso 10 anni fa, alla presenza del figlio dello scienziato, Ernst Ulrich von Weizsäcker, oggi considerato uno dei massimi esperti di questioni ambientali, co-presidente del Club di Roma e autore di alcuni testi di riferimento sulla sostenibilità delle risorse, tradotti in tutto il mondo.
Durante le sue considerazioni introduttive, Sua Santità il Dalai Lama ha detto di essere felice e onorato di trovarsi accanto al suo maestro, Ulrich von Weizsäcker, e al suo vecchio amico Wolf Singer, definendo l’occasione “una rimpatriata tra vecchi amici”. Il Dalai Lama ha detto poi di considerare David Bohm and Carl Friedrich von Weizsäcker i suoi maestri per quel che riguarda la fisica quantistica, ma di aver discusso con con loro anche di molti altri argomenti.
Ernst Ulrich von Weizsäcker ha esordito dicendo che suo padre sarebbe stato orgoglioso di vedere la sua memoria onorata in questo modo. Ha ricordato le discussioni al Club di Roma sulla necessità di una nuova “illuminazione”, in grado di portare il giusto equilibrio tra gli obiettivi a breve termine e quelli a lungo termine, così come tra le esigenze del mercato e quelle delle nazioni.
Nel presentare gli “Aggiornamenti sulla Scienza Occidentale”, Wolf Singer ha detto che gli esseri umani possono essere altruisti e allo stesso tempo crudeli. Dal momento che abbiamo la facoltà del linguaggio, abbiamo la capacità di comunicare. Ha aggiunto poi che siamo pienamente responsabili delle nostre vite e della vita del pianeta.
Gert Scobel ha presentato un documento dal titolo “Una panoramica sull’etica nella società occidentale”, e ha tratteggiato la figura storica del Buddha. Ha fatto un paragone tra l’approccio orientale quello occidentale, sottolinenandne la differenza: un approccio in prima persona, nel primo caso, e un approccio in terza persona, nel secondo. Ha inoltre fatto una breve dissertazione sul significato e il ruolo dell’etica secolare.
Britta Holzel, affrontando il tema “Neuroscienze e Mindfulness” ha sottolineato come recentemente abbiamo assistito a una crescita esponenziale di interesse per la mindfulness, soprattutto in relazione alla riduzione dello stress, alla prevenzione delle patologie a carico del cuore, alla gestione del dolore e al ruolo della compassione nel benessere generale della persona. Ribadendo anche che la compassione ha un ruolo importante nella nostra capacità di attenzione, nell’equilibrio emotivo, nella consapevolezza di sé.
Geshe Lobsang Tenzin Negi ha parlato di CBCT (Cognitively-Based Compassion training) e di SEED (Social Ethical Emotional Development), sottolineando come i progressi fatti nel mondo materiale debbano trovare una corrispondenza nello sviluppo dell’esperienza di felicità delle persone. Ha citato il “World Happiness Report” e il lavoro svolto dalla Emory University, dove il contesto di ricerca in cui si opera è stato tratto e rielaborato dal saggio di Goleman e Senge “Triple Focus”, mentre i contenuti sono derivati dal libri “Etica per il nuovo Millennio” e da “Beyond Religion” del Dalai Lama. Ha illustrato i programmi educativi che sono stati studiati per promuovere l’apprendimento dell’etica, la conoscenza delle emozioni e l’interrelazione sociale, ribadendo il ruolo cruciale che gli insegnanti rivestono in questo ambito.
“Apprezzo veramente l’accuratezza delle presentazioni del vostro lavoro” ha commentato Sua Santità “e tutto ciò mi ha fatto venire in mente quanto ogni cosa dipenda da molteplici fattori e come nulla esista in modo indipendente”.
“Da un punto di vista dello sviluppo mentale, l’odierno sistema educativo è ormai obsoleto. Deve essere integrato da altre fonti. Ovunque ormai, le persone sono pronte ad accettare quanto emerge grazie alle evidenze scientifiche, sulle quali - io credo - si debba fondare la nostra etica, così come sul buon senso e sulle esperienze condivise. In generale, possiamo dire che le azioni etiche ci rendono felici, mentre le azioni non etiche producono solo sofferenza. Dobbiamo quindi fare in modo che il sistema educativo incoraggi lo sviluppo del buon cuore perché è dimostrato che ad esso dobbiamo la nostra salute e, in senso lato, il benessere e la felicità, sia a livello individuale, sia familiare, sia sociale”.
Sua Santità il Dalai Lama ha poi scambiato alcune battute con Wolf Singer sull’idea, diffusa all’inizio del XX secolo, che la mente fosse nient’altro se non un prodotto del cervello. Per la fine del millennio si è arrivati invece a un consenso generale sul fatto che sono le attività mentali a influire sul cervello. Singer ha risposto che la teoria oggi prevalente è che la mente emerge come facoltà del cervello, ma che alcune funzioni possono essere state fino ad ora sottovalutate.
Sua Santità ha poi chiesto a Wolf Singer il suo punto di vista sull’esistenza del cervello al concepimento. Singer ha risposto che esiste solo come potenzialità. Il Dalai Lama ha poi chiesto se, a un livello più sottile, le particelle che costituiscono il cervello e quelle che costituiscono le rocce o le piante sono le stesse. Singer ha ammesso che la materia è la stessa, ma organizzata in modo differente.
Una persona del pubblico ha chiesto se, a questo punto, la conversazione non si stesse focalizzando troppo sul cervello e poco sul cuore. Sua Santità ha risposto che il cuore è controllato dal cervello. “Chi controlla l’altruismo e l’amore che associamo abitualmente al cuore?” ha chiesto retoricamente Sua Santità a Singer. La risposta è stata “Il cervello!”
Tuttavia Sua Santità ha poi concluso che la maggior parte dei problemi che l’umanità si trova ad affrontare è il risultato della mancanza di un sincero senso di preoccupazione per il prossimo. Un atteggiamento che può essere contrastato da un cambiamento interiore, non certo da soluzioni tecnologiche”.
Dopo pranzo, Sua Santità ha visitato la nuova sede della Tibet House, dove è stato ricevuto dal fondatore, Dagyab Rinpoche e dal sindaco della città, Uwe Becker. Dopo il taglio del nastro, l’accensione della lampada votiva e la recitazione dei versi per la consacrazione del luogo, la cerimonia di inaugurazione si è conclusa.
Il sindaco Becker ha dato il suo benvenuto a Sua Santità e lo ha introdotto a un folto gruppo di rappresentanti dei media.
“Il mondo diventa sempre più piccolo, man mano che la tecnologia si sviluppa” ha detto Sua Santità “per questo è importante conoscere i diversi patrimoni culturali. Credo che i tedeschi interessati al Tibet abbiano visitato Lhasa prima della Seconda Guerra Mondiale”.
“Dopo la guerra, è sorta una nuova nazione dalle ceneri di quella precedente e mi ha profondamente colpito l’assenza di rancori tra i miei amici tedeschi per ciò che è accaduto nel passato”.
“Dalla mia prima visita in Europa nel 1976, sono venuto qui a Francoforte molte volte e spesso ho fatto scalo in questo aeroporto per raggiungere altre destinazioni. Sono molto felice di vedere una nuova Tibet House proprio qui. Di tutti gli importanti lasciti della nostra ricca cultura, noi tibetani abbiamo preservato viva e integra la tradizione del Nalanda, con i suoi esercizi di logica e la sua comprensione unica del funzionamento della mente e delle emozioni. Mi auguro e spero che questo potrà diventare un centro in cui studiare e imparare e dove le persone possano accedere a questi insegnamenti con un approccio accademico”.
Alla domanda sulla crisi dei rifugiati con cui l’Europa si trova a confrontarsi, Sua Santità ha risposto esprimendo la sua ammirazione per gli sforzi compiuti dalla Germania nell’essere d’aiuto. Tuttavia, ha ricordato che, proprio come i tibetani, anche gli altri rifugiati non abbandonano la speranza di poter tornare un giorno nella loro patria. Per questo è importante offrire loro un posto dove vivere e soprattutto l’accesso all’istruzione per i loro figli cosicché, quando un giorno potranno rientrare nel loro paese, sapranno come ricostruirlo.
Sua Santità ha poi detto di essere d’accordo con un’osservazione fatta da un giornalista: è triste che la violazione dei diritti umani in Tibet venga considerata secondaria rispetto agli interessi di natura economica. Il Dalai Lama ha poi dichiarato di non avere alcuna controversia con il popolo cinese, ma di contestare la rigidità delle politiche di governo.
Riguardo al recente scandalo che ha coinvolto Sogyal Rinpoche, denunciato pubblicamente da alcuni suoi studenti per abusi sessuali, Sua Santità ha apprezzato il fatto che le persone coinvolte ne abbiano parlato apertamente. Il rispetto per la propria guida spirituale è importante, ha detto il Dalai Lama, ma, citando “Gli stadi del sentiero”, che a loro volta citano il Vinaya, ha detto “Se il maestro si comporta in modo coerente con gli insegnamenti, seguite il suo esempio. Se non lo fa, non seguite il suo esempio. Se il maestro insegna qualche cosa che è contrario al Dharma, siate in disaccordo”.
Rivolgendosi direttamente ai giornalisti presenti, Sua Santità li ha incoraggiati a promuovere i valori umani e l’armonia tra le religioni. E’ loro anche la responsabilità di rendere pubbliche non solo le notizie negative, particolarmente sensazionali, ma anche fatti positivi, come la recente conferma scientifica del fatto che la natura dell’essere umano è fondamentalmente compassionevole. Ha ricordato loro di far sapere alla gente che il destino dell’umanità non è segnato, ma che attraverso uno sforzo diligente fatto fin d’ora possiamo costruire un futuro più pacifico.
Domani Sua Santità lascerà Francoforte per iniziare il suo tour italiano.