New Delhi (India) - Ieri pomeriggio Sua Santità il Dalai Lama ha lasciato Dharamsala alla volta di New Delhi per parlare presso la Salwan Public School di Rajinder Nagar. Gli studenti di questa e di altre undici scuole sono accorsi numerosi per dare un caloroso benvenuto al Dalai Lama, con offerte tradizionali e bandierine di preghiera tibetane appese ovunque.
Dopo aver spiegato che le offerte di luci simboleggiano il sorgere della saggezza che squarcia le tenebre dell’ignoranza, il Dalai Lama ha partecipato alla cerimonia di accensione della lampada votiva per inaugurare la giornata.
Nel suo discorso di benvenuto Kirpal Singh, presidente dei consiglio di istituto della scuola, ha descritto Sua Santità come un ambasciatore di pace, un simbolo di amore e compassione, un leader spirituale globale e un entusiasta sostenitore della democrazia. Ha invitato gli studenti ad ascoltarlo con attenzione perché questa occasione rimarrà per sempre impressa nella loro mente. Infine, a nome degli studenti, degli insegnanti, dello staff e dei genitori dei ragazzi ha dato il suo più caloroso benvenuto a Sua Santità per il suo ritorno, dopo esattamente 20 anni, in questa scuola.
“Stimati fratelli e sorelle maggiori” ha esordito il Dalai Lama rivolgendosi ai docenti, ai genitori e allo staff “e giovani fratelli e sorelle, sono estremamente felice e onorato di essere qui con voi ancora una volta per dialogare con tutti questi giovani. Sono un uomo del XX secolo e i miei genitori, i miei maestri e molti dei miei amici ormai non ci sono più. Ma quando incontro ragazzi e ragazze come voi, mi sento di nuovo giovane. Mancano otto decenni alla fine di questo secolo e chi di voi appartiene al XXI ha l’opportunità e la responsabilità di creare un mondo migliore, più pacifico e compassionevole. Molti della mia generazione non vivranno abbastanza a lungo per vederlo, ma riponiamo in voi le nostre speranze”.
“Il nostro mondo è diventato profondamente interdipendente. Una volta pensavamo alla “mia famiglia”, al “mio paese” ma ora dobbiamo estendere il nostro interesse e la nostra preoccupazione al mondo intero e ai sette miliardi di esseri umani che lo abitano. Se potessimo vivere tutti in pace e armonia, tutti ne trarremmo beneficio. Dobbiamo adottare i valori universali a livello globale. Diversamente, egoismo ed egocentrismo ci condurranno sono all’ansia e allo stress che, a loro volta, degenerano in diffidenza e violenza. Siamo animali sociali, abbiamo bisogno di amici: è quando siamo circondati da amici che ci sentiamo al sicuro e tranquilli. Dunque è ragionevole preoccuparci anche del benessere del nostro prossimo nel contesto della concordia e dell’unità di noi sette miliardi di esseri umani”.
“Quando incontro la gente, mi considero uno di loro. Non mi considero diverso o speciale, di un altro luogo o di una cultura differente. Né mi considero “Sua santità il Dalai Lama”. Come esseri umani siamo tutti uguali: siamo uguali dal punto di vista fisico, mentale ed emotivo. Dare peso a ciò che ci differenzia conduce solo a problemi. Dal momento che la natura umana è fondamentalmente compassionevole, comportarsi di conseguenza - con gentilezza e buon cuore - ci rende più felici e a nostro agio”.
Il Dalai Lama ha poi fatto notare che, nonostante lo sviluppo materiale, in molte parti del mondo c’è una crisi morale dovuta all’assenza di valori etici. Oggi, ha detto, persino le religioni vengono strumentalizzate per creare conflitti. Pensare nei termini di “noi” e “loro” non fa altro che creare divisioni. Persino i moderni sistemi educativi non sono adeguati alla creazione di un mondo più pacifico e più felice. Soltanto l’inclusione dei valori interiori può permettere un approccio sufficientemente olistico: imparare a domare le nostre emozioni distruttive - una competenza che la psicologia antica indiana ci può insegnare - produrrà individui più felici, famiglie più felici e un mondo più felice. Sua Santità ha dichiarato poi che il suo scopo principale è promuovere la felicità umana.
Ha proseguito spiegando il suo impegno nella promozione dell’armonia tra le religioni, affermando di trarre enorme incoraggiamento dall’esempio dato dall’India dove, da secoli, tutte le principali tradizioni religiose convivono in pace ed armonia. Tradizioni autoctone come quella samkhya, buddhista e giainista, le varie correnti dell’induismo e del sikhismo sono fiorite fianco a fianco con tradizioni arrivate da altri Paesi, come il giudaismo, il cristianesimo, lo zoroastrismo e l’Islam. L’armoniosa diversità dell’India è un esempio per il mondo intero.
Il Dalai Lama ha anche fatto notare che le tradizioni che permettono di sviluppare shamatha e vipashyana hanno rivelato una profonda comprensione del funzionamento della mente umana. Attraverso l'addestramento è possibile trovare la pace mentale, un aspetto davvero molto importante oggigiorno. Ha aggiunto che così come ci impegnamo a rimanere in forma e in salute attraverso la cura del corpo e l’igiene, dovremmo preoccuparci altrettanto di mantenerci mentalmente in forma e prestare grande attenzione alla nostra igiene emotiva.
Per queste ragioni, ha annunciato Sua Santità, sarà suo impegno d’ora in avanti incoraggiare la rinascita, in India, dell’antica saggezza indiana. Ha chiesto ai monaci tibetani esperti nella tradizione del Nalanda e che vivono nei monasteri buddhisti del sud dell’India di imparare l’inglese e l’hindi e di sostenerlo in questo progetto.
“Storicamente, i tibetani hanno sempre considerato gli indiani come i loro maestri, ritenendo loro stessi studenti o chela. Ma mentre gran parte della conoscenza che è stata insegnata più di un millennio fa è stata abbandonata proprio nel suo paese di origine, noi tibetani l’abbiamo preservata e mantenuta in vita. Dunque possiamo dire di essere stati degli scolari diligenti e affidabili”.
“Dal momento che la cultura e il modo di vivere materialisti sono intrisi di problemi e frustrazioni, abbiamo bisogno di adottare un approccio differente e sono convinto che una combinazione di antica comprensione del funzionamento della mente e delle emozioni e di idee all’avanguardia sull’educazione possano contribuire alla creazione di un mondo più compassionevole”.
Per rispondere alle numerose domande che gli sono state rivolte, Sua Santità ha spiegato come la rabbia e l’attaccamento facciano sì parte delle nostre vite, ma che tendano a sorgere soprattutto nelle menti più ristrette, egocentriche e autoriferite. Pertanto è importante contrastare questi atteggiamenti giorno dopo giorno. Riguardo alla protezione dell’ambiente naturale ha espresso il suo disappunto per il fatto che l’America stia venendo meno agli impegni presi a Parigi. Ha aggiunto poi l’urgenza di colmare il crescente divario che esiste tra i ricchi e i poveri in numerose parti del mondo.
Ha concluso il suo intervento ricordando la sofferenza che ha contraddistinto il XX secolo e ha incoraggiato le giovani generazioni a cambiare questa situazione, ma con le preghiere e ai buoni propositi, ma intraprendendo azioni concrete per creare un mondo più felice e più pacifico.
Durante i ringraziamenti, il Dalai Lama ha sollecitato gli studenti ad assumersi con loro stessi l’impegno di seguire i suoi consigli per quel che riguarda il superamento degli atteggiamenti negativi, dell’odio, della gelosia e di sviluppare un sincero sentimento di amore per l'umanità tutta e per il mondo naturale.
Congedandosi dall’incontro, il Dalai Lama è stato salutato da moltissimi genitori, che lo hanno atteso lungo tutto il percorso verso l’uscita. Come sempre, sono state scattate numerose foto ricordo. E’ stato anche piantato un alberello, come memento per i giovani e per le generazioni future affinché sostengano i valori della generosità e della compassione.
Prima di rientrare in hotel, Sua Santità ha fatto visita al suo vecchio amico L.K. Advani che è stato vice primo ministro indiano dal 2002 al 2004 e che i primi di novembre ha festeggiato il suo novantesimo compleanno.